
Autore: Fabiana Grassi
In questo post tratterò di temi che in realtà non sono tipici solo di interpreti e traduttori, ma in cui potranno riconoscersi tutti i liberi professionisti in generale : lati positivi e negativi, competenze necessarie, orari, questione fiscale, concorrenza, clienti, gestione degli spazi e gestione finanziaria.
Brace yourselves, sarà un articolo intenso.
I traduttori e gli interpreti sono generalmente liberi professionisti e solo una piccola percentuale lavora come dipendente (i cosiddetti “in-house”), quindi godono delle stesse libertà e devono affrontare le stesse problematiche di tutti i lavoratori freelance.
Essere un freelance ha tantissimi lati positivi, che però sono sempre accompagnati da rischi celati : libertà/distrazioni, flessibilità/improduttività, indipendenza/solitudine. Noi liberi professionisti siamo i soli responsabili della nostra carriera, se facciamo bene il nostro lavoro e tutto fila liscio la soddisfazione è immensa, ma se qualcosa va storto sappiamo sempre a chi dare la colpa.
Chi decide di intraprendere una carriera come freelance deve essere anche preparato per gli alti e bassi, ovvero i periodi di lavoro forsennato in cui ci si dimentica persino di mangiare, seguiti da mesi in cui c’è meno azione di un film introspettivo giapponese.
Inoltre un libero professionista non deve possedere solo le capacità indispensabili per fare il proprio mestiere, ma anche tutta una serie di competenze “extra” che riguardano la gestione di un’azienda.
Mentre in una qualsiasi realtà aziendale tutti i compiti sono suddivisi e assegnati a persone diverse a seconda delle loro competenze specifiche, un freelance deve essere un pacchetto all inclusive che racchiuda : ufficio marketing, contabilità e gestione finanziaria, amministrazione, ufficio vendite e direzione.
Il libero professionista deve infatti gestire la sua attività dalla A alla Z, dall’organizzazione, alla ricerca dei clienti, alla contrattazione, alla stesura del preventivo, fino alla fatturazione e alla eventuale gestione dei pagamenti in ritardo.
Per un libero professionista il tempo è un altro tema importante.
Più di una volta mi è capitato di dover iniziare la mia giornata lavorativa alle 17.30 perché il cliente mi inviava i file alla sua chiusura; mi è capitato anche di dover fare dei preventivi al volo la domenica mattina, mentre il ragù sobbolliva sul fuoco, per poi mettermi al lavoro subito dopo pranzo per consegnare una traduzione urgente il mattino seguente.
Tutto questo fa parte della vita del freelance, traduttore o graphic designer che sia.
Un libero professionista può decidere eventualmente di fare orari d’ufficio, chiudendo bottega e staccando la linea aziendale alle 17 o alle 18, per riprendere i lavori lasciati in sospeso la mattina seguente, con tutta calma.
I buoni propositi, tuttavia, vanno quasi sempre a farsi benedire quando è il tuo miglior cliente a chiederti di fare un miracolo con una presentazione aziendale che deve essere sulla scrivania del direttore commerciale alle 7.30 del mattino successivo, poco importa se tu sei già infagottata nel tuo pigiama di flanella a guardare Netflix.
Il problema della gestione del tempo, però, non finisce qui.
Ci sono molte altre dimensioni della questione : se hai famiglia, spesso non è facile far capire loro che non vuoi essere disturbata quando sei nel tuo studio, così come non è facile organizzare la propria giornata e le proprie priorità in modo tale da avere tempo per fare tutto quello che ci si è prefissati di fare durante la settimana.
A mio parere è sempre meglio avere un’organizzazione al limite dell’ossessivo-compulsivo, piuttosto che non combinare niente alla fine.
Se avete problemi di organizzazione o gestione del tempo, qui trovate degli ottimi spunti e il mio consiglio è di provare Todoist. Vi cambierà la vita, sul serio.
Della questione fiscale si potrebbe parlare per giorni.
Ritenuta d’acconto, partita iva a regime forfettario o a regime ordinario? Quale scegliere per la propria professione, soprattutto se si è agli inizi?
A mio parere la ritenuta d’acconto va sfruttata il più possibile agli inizi della carriera, e va sfruttata in modo intelligente. Trovate qui qualche informazione utile sul tema, in ogni caso rivolgetevi sempre a un bravo commercialista prima di fare il passo della partita iva.
Il regime forfettario, considerate anche tutte le recenti novità, offre ottime opportunità ed è relativamente semplice da capire.
L’unica cosa importante che ogni libero professionista deve interiorizzare fin dal principio è che l’incasso della fattura non è tutto suo. Questo fattore deve essere considerato quando calcoliamo la nostra tariffa, inoltre è fondamentale mettere subito da parte la porzione dell’incasso che sarà poi destinata al fisco l’anno successivo.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore (e dal portafoglio).
Un libero professionista si deve anche confrontare direttamente con il proprio mercato e, di conseguenza, con la concorrenza.
Come fa un cliente a scegliere proprio te?
Ci sono tre fattori che influenzano questa scelta : la tariffa, la qualità del prodotto finale e la qualità del servizio complessivo. Un professionista che si presenta con una tariffa competitiva e un prodotto finale di buona qualità, ma che lascia il cliente a sé stesso, non risponde alle telefonate e non sa gestire le scadenze non sarà richiamato. Lo stesso vale per un professionista con tariffa competitiva e ottimo servizio complessivo, ma con un prodotto scadente.
Tuttavia, questo fenomeno non si verifica per l’ultimo fattore di questa singolare equazione : un professionista che offre un buon prodotto e un ottimo servizio complessivo non dovrà avere paura di presentarsi con una tariffa più alta della media o “meno competitiva”, perché il cliente pagherà volentieri per la qualità del servizio.
Certo, mi direte che non è sempre così, che spesso i clienti tentano la corsa al ribasso minacciando di “trovarne dieci come te per la metà della tua tariffa”.
Cosa vi direbbe una cassiera al supermercato se vi presentaste in cassa pretendendo di pagare un prodotto la metà del suo prezzo perché “fuori da qui trovo altri dieci supermercati che me lo vendono a meno”? Prego, vada pure e mi lasci qui la confezione di biscotti.
Il dumping non è mai la risposta giusta semplicemente perché a lungo andare è deleterio, è una spirale da cui è difficile uscire. Se non si possono abbassare le tariffe si deve migliorare la qualità di servizio e prodotti, in modo da distinguersi dalla concorrenza e diventare il punto di riferimento per i clienti per quel determinato prodotto.
La gestione degli spazi è un altro tema importante per i liberi professionisti.
Come scegliere dove lavorare? Le opzioni sono tendenzialmente tre e dipendono a mio parere dalla disponibilità economica, dalla modalità di lavoro e dalla capacità di concentrazione.
La prima opzione è un ufficio separato da casa, ideale per isolare vita privata e vita lavorativa. Purtroppo però chi abita in grandi città come Milano sa bene che i costi di un ufficio indipendente sarebbero esorbitanti, mentre per chi vive in piccoli paesi sarebbe sicuramente meno oneroso.
La seconda opzione è quella più diffusa tra i lavoratori freelance, ovvero uno studio in casa.
Lo studio può essere una stanza separata dedicata alla professione, oppure si può allestire e sgomberare ogni giorno, a seconda degli spazi disponibili in casa. Fisso o no, lo studio deve essere funzionale e soprattutto ergonomico.
Non lo sottolineerò mai abbastanza, sia che abbiate una enorme scrivania in legno di mogano e tutti i vostri diplomi appesi alle pareti, sia che vi posizioniate sul tavolo del salotto, la vostra postazione deve sempre essere ergonomica. Pena terribili mal di schiena, collo bloccato e tunnel carpale.
Se siete curiosi di scoprire di più sulle meraviglie che l’ergonomia può fare per voi, trovate qui informazioni dettagliate.
L’ultima opzione, piuttosto in voga negli ultimi anni, è l’affitto di postazioni in spazi di co-working.
Si tratta di strutture in cui si possono affittare scrivanie, sale conferenze o piccoli uffici. Le postazioni possono essere già equipaggiate di computer e linea telefonica, oppure possono essere dei semplici spazi vuoti da riempire con il proprio materiale.
Solitamente nel servizio è inclusa un’ottima connessione Wi-Fi, quindi può essere l’ideale anche per professionisti che di solito lavorano da casa, ma che occasionalmente hanno bisogno di una connessione a banda ultra larga, ad esempio per videoconferenze. Gli spazi di co-working possono essere anche un’occasione per incontrare altri professionisti o un rimedio alle distrazioni dello studio in casa.
Se abitate a Milano, in questo articolo trovate alcuni dei migliori spazi di co-working della città.
Siamo giunti infine alla questione forse più spinosa di tutte : la gestione finanziaria.
La grande bestia nera del freelance, la gestione del proprio denaro è un enorme calderone di pianificazione, conteggi, errori, tasse, rate, more e un pizzico di mal di testa al pensiero.
Soprattutto se state per intraprendere una carriera da freelance dopo anni di lavoro dipendente dovete fare due conti. Ma che dico, quattro, otto, anche dodici conti.
La vita da libero professionista non fa per tutti proprio per questo motivo : non è facile gestire i soldi quando non entrano su base regolare.
Quando abbiamo uno stipendio mensile è possibile – e relativamente semplice – pianificare le spese : affitto, bollo, assicurazione, supermercato, vita sociale, qualche sfizio qui e là.
Ma quando entrano magari migliaia di euro in un mese e poi non si vede il becco di un quattrino per i due o tre mesi successivi (perché non ci sono stati assegnati dei progetti, perché stiamo svolgendo un lavoro molto lungo per cui ci pagheranno solo alla consegna, perché i termini di pagamento sono di 60 giorni dalla fine del mese o perché il cliente è in ritardo con i pagamenti) è difficile gestirsi.
La difficoltà sta sia nei mesi di magra, in cui si deve pianificare ogni spesa per avere abbastanza soldi per pagare il mutuo, sia nei mesi grassi, in cui si ha la tendenza a sperperare tutto quello che abbiamo guadagnato (magari senza considerare la porzione che l’anno successivo dovremo versare al fisco).
Il blog della app di risparmio automatizzato Oval Money vi può dare dei consigli utili, ma a mio parere non esiste alcun segreto per riuscire a gestire il denaro.
Semplicemente servono organizzazione, pianificazione, rendiconti delle spese, accantonamento e tanta, tantissima forza di volontà per non comprare tutti quei bellissimi libri che hai da mesi nel carrello di Amazon e che in questo momento non ti servono davvero, anche perché ne hai già altri venti ancora da leggere.
Spero che questo articolo vi sia stato utile per raccogliere qualche spunto, per farvi entrare nella testa di una freelance o anche solo per strapparvi un sorriso mentre vi siete riconosciuti in qualche frammento di questa analisi della vita da libero professionista.
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