
Tradurre è faticoso. Alcuni potrebbero pensarla diversamente, ma vi assicuro che è così.
Trattandosi di un lavoro che richiede un’enorme pazienza, è fondamentale organizzarsi nel migliore dei modi possibili.
Ho pensato quindi di condividere con voi quelle che, per me, sono le quattro regole da seguire assolutamente per lavorare al meglio e non perdere la sanità mentale già dopo le prime tre ore di traduzione.
Ho pensato quindi di condividere con voi quelle che, per me, sono le quattro regole da seguire assolutamente per lavorare al meglio e non perdere la sanità mentale già dopo le prime tre ore di traduzione.
1. PRENDETEVI DEL TEMPO PER UNA RICERCA TERMINOLOGICA
Prima di iniziare un qualsiasi lavoro di traduzione, è fondamentale ritagliarsi uno spazio per effettuare tutte le ricerche utili per svolgerla.
Fidatevi che non c’è niente di peggio che iniziare un progetto e a più della metà rendersi conto di aver sbagliato completamente l’approccio.
Fidatevi che non c’è niente di peggio che iniziare un progetto e a più della metà rendersi conto di aver sbagliato completamente l’approccio.
Per gli addetti ai lavori questo consiglio è banale, ma vi posso assicurare che, ahimè, sono numerose le persone che iniziano a tradurre dritto per dritto cercando le parole mano a mano.
Un’ottima mossa è cercare testi paralleli che trattano lo stesso argomento, sia per avere un’idea della proprietà di linguaggio da utilizzare, sia per prendere nota dei termini più corretti e crearsi un piccolo glossario.
Vi assicuro che tutto il tempo impiegato per effettuare questo lavoro di pre-traduzione sarà recuperato andando avanti nel progetto senza che ve ne rendiate neanche conto.
2. PIANIFICATE LE SESSIONI DI LAVORO
Un altro errore da non commettere affatto è iniziare a tradurre senza avere neanche una minima idea della portata del progetto.
Vi svelo il trucchetto che utilizzo io per cercare di tradurre ogni giorno lo stesso numero di parole (circa eh!) senza avere l’ansia di non fare in tempo.
Considero il progetto come una sorta di videogioco a obiettivi: so che il CAT Tool che utilizzo mi ha diviso il testo in 2.000 segmenti. Ho 5 giorni di tempo per completare la task, pertanto svolgo 500 segmenti al giorno per i primi quattro, in modo tale da tenermi tutto l’ultimo giorno per la pura revisione.
500 segmenti al giorno significa 250 la mattina e 250 il pomeriggio.
Per ogni obiettivo raggiunto, sblocco una ricompensa, che può essere un cioccolatino, un caffè, un pacchetto di patatine o altro.
Sono matto, eh? Fidatevi che utilizzando questo sistema non sento minimamente addosso la pressione del lavoro!
3. FATE PAUSE COSTANTI
La distrazione lavorando come traduttore freelance è dietro l’angolo, sempre, inesorabile (ne avevo già parlato nell’articolo in cui mettevo a confronto lavoro freelance e lavoro dipendente, lo trovate cliccando qui). Pertanto, in molti casi può risultare veramente complicato riuscire a lavorare con costanza senza perdere tempo per via di quelle piccole distrazioni tranquillamente evitabili.
Se sommate i 2 minuti impiegati per sgranocchiare qualcosa, rispondere al messaggio su WhatsApp, cambiare playlist su Spotify e tante altre piccolezze, si arriva tranquillamente a una mezz’ora persa.
Il mio consiglio, quindi, è organizzarsi con delle pause. Io tendo a farne una di 5/10 minuti per ogni ora e mezza di lavoro. È fondamentale, ve lo assicuro!
4. DORMITE
Dormite, dormite, dormite, dormite. Non mi interessano le ripetizioni, dormite, ve lo dirò all’infinito.
Non c’è cosa più sbagliata del sacrificare ore preziose di sonno per terminare un lavoro in quei casi in cui si ha a disposizione il tempo per poterlo fare.
Per alcuni la notte è il momento migliore della giornata, ma non commettete l’errore di iniziare una sessione notturna senza aver dormito prima!
Dormire ricarica le batterie e rilassa il cervello. Lavorare per molte ore di seguito senza aver dormito complica tutto, e non poco! Fidatevi che vi risulterà difficile tradurre anche frasi banali e al momento della revisione troverete un sacco di refusi tranquillamente evitabili.
E adesso, se vi va, contate quante volte in questo paragrafo ho scritto “dormire” nelle sue varie forme grammaticali.
Ecco quindi svelati i miei piccoli “segreti” del mestiere.
Notate bene: queste sono le strategie che trovo più comode per me, non sono assolutamente da considerare come un must da seguire. Alcuni potrebbero considerare qualche passaggio di questo articolo come un’eresia, altri invece, spero, faranno probabilmente tesoro dei miei consigli!
Del resto si sa, il mondo è bello perché è vario!
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