Autore: Matteo Cima

 

Il concetto di “lingua rara” ha da sempre affascinato gli studenti di lingue che vedono con un misto di fascinazione e repulsione lo studio di questi idiomi.

Quest’articolo vuole trattare il rapporto che intercorre tra lingue rare e traduzione e fornire in merito un vademecum per i giovani traduttori.

In quest’articolo ci concentreremo su 4 aspetti fondamentali:

• cercheremo di inquadrare queste lingue dandone una definizione;

• faremo una panoramica dei diversi percorsi formativi che possono essere scelti per l’apprendimento di questi idiomi;

• daremo uno sguardo al mercato, ai possibili sbocchi lavorativi e ad eventuali pericoli a cui fare attenzione; e infine

• dedicheremo qualche riflessione al ruolo della specializzazione.

 

La definizione

Per definire una lingua rara o meno si possono adottare due approcci differenti, ma accomunati dal punto di vista che per forza di cose è l’Occidente.

Il primo approccio è culturale: infatti, per “lingua rara” si può intendere una lingua inusuale per la cultura occidentale.

Quindi, a questo gruppo appartengono sia lingue ufficiali “minori” dell’Unione europea come il maltese, il lituano o il bulgaro, ma anche lingue con una rilevanza in termini di locutori ben maggiore come l’arabo, il giapponese o l’hindi.

Seguendo il secondo approccio, invece, a rendere rara una lingua sarebbe la richiesta di mercato. É così, ad esempio, che fino a una decina di anni fa il cinese era a tutti gli effetti una lingua rara, mentre ora, complici l’ascesa economica della Repubblica popolare e il conseguente aumento di esperti linguistici specializzati, questa lingua figura nel novero delle lingue più diffuse.

Ai fini di questo articolo si predilige il secondo approccio che appare più misurabile e meno soggetto a interpretazioni personali.

Dunque, per rifarci all’esempio di poc’anzi, il cinese non sarà una lingua rara, mentre l’estone sì.

 

La formazione

La persona che desideri approcciarsi a queste lingue può percorrere diverse strade a seconda delle aspirazioni e del grado di approfondimento che desidera conseguire.


Facoltà di Lingue

La prima è il percorso universitario classico in una facoltà di lingue. Qui si approfondirà un’ampia varietà di materie perlopiù teoriche quali la grammatica, la cultura, la letteratura e la filologia.

Questo consentirà allo studente di avere una panoramica il più possibile completa della lingua in questione.

Si noti che solitamente l’offerta di queste facoltà è piuttosto ampia e permette, dunque, di scegliere lingue che altrove non sarebbe possibile studiare a livello universitario quali polacco, ungherese, greco, finlandese o svedese.


Scuole per traduttori e interpreti

La seconda è il percorso in una scuola di interpretariato e traduzione che si focalizza invece sull’utilizzo della o delle lingue prescelte in situazioni comunicative ben precise e sull’insegnamento di tecniche traduttive da applicare in tali situazioni.

In questo caso, il ventaglio di lingue è più ristretto e spesso si limita alle cosiddette Big Four (inglese, francese, tedesco e spagnolo) con l’inclusione talvolta anche di russo e cinese.

Alcune strutture offrono anche lingue meno usuali come bulgaro, slovacco, sloveno e serbo-croato, ma non sempre riescono a garantire un percorso quinquennale completo comprensivo dell’applicazione delle tecniche traduttive.


Scuola di Lingue per l’Esercito

La terza è la scuola di lingue per l’esercito, riservata a militari o figure assimilabili, dove a seconda della imminente missione è possibile approfondire lo studio di lingue anche molto lontane dagli standard occidentali.

Si pensi, ad esempio, alle missioni in Medio Oriente e alla necessità per i militari impegnati in loco di avere una conoscenza almeno rudimentale dell’arabo.


Scuola di Lingue private

Infine, vi sono le scuole di lingue private che attivano corsi di lingue rare in base alla richiesta degli utenti.

In questa categoria per praticità facciamo confluire anche le scuole afferenti a istituti di lingua e cultura straniera sul suolo italiano, lezioni private con insegnanti madrelingua, nonché i percorsi formativi organizzati da aziende per i dipendenti.

Per illustrare quest’ultimo caso si considerino, ad esempio, i dipendenti che vengono rilocalizzati in una filiale estera dell’azienda e per i quali quest’ultima mette a disposizione un corso di lingua o ancora i percorsi formativi offerti dall’Unione europea agli interpreti di conferenza accreditati che desiderino aggiungere una nuova lingua alla loro combinazione.

Il mercato

E, una volta formato, l’esperto in lingue rare come può mettere a frutto quanto imparato? Le strade, anche in questo caso, sono molteplici.

Anzitutto, si tenga presente che, se rara è la lingua, altrettanto ridotta sarà la domanda sul mercato. Quindi, è altamente probabile non poter fare affidamento esclusivamente su una lingua rara. Sarà invece necessario diversificare la propria offerta linguistica a favore di alternative che godono di maggiore richiesta.

Per questo avrete sicuramente già incontrato professionisti linguistici che, ad esempio, accanto al tedesco propongono l’olandese oppure oltre al russo offrono anche il ceco.
Queste combinazioni, oltre a soddisfare il requisito della diversificazione di cui sopra, costituiscono naturali accostamenti di idiomi che probabilmente hanno consentito al professionista durante la sua formazione di apprendere due lingue “al prezzo di una”.

Per capire meglio le opportunità lavorative che si aprono a un neolaureato formato a livello universitario in una lingua rara, prendiamo il caso di un profilo in slavistica che padroneggi in maniera ottima il russo e almeno un’altra lingua di questa famiglia (es. lo slovacco).


Domanda e concorrenza

Immedesimandoci nel soggetto preso in esame, ci troviamo subito di fronte al bivio tra domanda interna e domanda esterna. Ovvero, dovremo capire se indirizzare i nostri sforzi verso l’Italia o verso l’estero. Questo, però, è una scelta che devono operare anche i professionisti specializzati in lingue più comuni. La particolarità per noi è la concorrenza quasi inesistente che ci porta a poter decidere cosa ci piace di più senza necessariamente propendere per una strada del bivio piuttosto che un’altra in virtù della mera domanda.

I possibili committenti con cui potremmo avere a che fare sono di natura molto diversa. In Italia sono gli enti di formazione che offrono corsi di quella specifica lingua oppure l’istituto di cultura, l’Ambasciata o la filiale di un’azienda del Paese in cui si parla la nostra lingua rara.
Sempre sul suolo italiano troviamo anche i tribunali qualora un cittadino straniero madrelingua del nostro idioma raro sia coinvolto in un procedimento giudiziario e necessiti di assistenza linguistica.

All’estero, invece, troviamo le rappresentanze italiane (ambasciate, consolati, istituto italiani di cultura, ecc.) o le aziende italiane con sedi nel dato Paese. Vi sono poi le istituzioni europee, le uniche a livello internazionale a riconoscere a lingue cosiddette “rare” o “minori” pari rilevanza rispetto alle altre. In virtù di questo riconoscimento traduttori e interpreti di maltese, slovacco o greco possono prestare la propria professionalità alle Direzioni Generali competenti. Infatti, in particolare per il ruolo di interprete, la selezione viene effettuata anche sulla base della combinazione linguistica che, quando non composta da inglese, francese e tedesco, dovrebbe comprendere almeno una lingua rara.
Dunque, anche in questo ambito la conoscenza di uno di questi idiomi rappresenterebbe un vantaggio.

La specializzazione

Ora che ci siamo indirizzati verso un mercato piuttosto che un altro, non ci resta che specializzarci in un settore ben preciso per incrementare ulteriormente le nostre opportunità lavorative e per aumentare le tariffe.

O almeno così funziona con le lingue tradizionali. Con le “perle rare”, però, la faccenda si complica.

Infatti chi traduce dall’inglese dovrà lavorare molto sulla formazione e specializzarsi in un settore specifico per migliorare la propria offerta di mercato. Al contrario, un traduttore dal macedone si troverà a lavorare su articoli scientifici, memorie giudiziarie, manuali di istruzioni e così via.

Questo aspetto non deve spaventare, non ci si deve sentire in difetto. Vediamo perché.

Anzitutto, vi sono casi in cui possiamo usare la specializzazione che vantiamo nelle nostre lingue più tradizionali anche nella nostra lingua rara.

Quando succede, abbiamo poco o nulla di cui preoccuparci.

Se, invece, ogni settimana ci capitano incarichi in settori molto distanti tra loro, abbiamo due alternative.

La prima consiste nell’avvisare il committente del fatto che siamo specializzati in un preciso settore, ma nel renderci comunque disponibili all’incarico sapendo che questo comporterà un po’ di lavoro concettuale e terminologico ulteriore per noi.

Altrimenti, proviamo a selezionare un paio di settori oltre a quello in cui siamo già specializzati e accettiamo soltanto incarichi relativi a questi argomenti declinando le altre offerte.

Questo approccio ci consentirà di essere onesti con il cliente, mantenere intatta la nostra etica professionale e lavorare con maggiore serenità.

Il riepilogo

A valle di queste riflessioni dedicate alle lingue rare e alla loro spendibilità sul mercato del lavoro, risulta opportuno fornire al lettore che voglia intraprendere lo studio di una lingua rara il seguente conciso ma, riteniamo, efficace vademecum.

  • Scegli la lingua rara facendoti guidare da uno dei seguenti fattori:
    • Passione,
    • Somiglianza rispetto ad altre lingue già note,
    • Domanda di mercato.
  • Individua gli atenei o i centri di formazione che insegnano la lingua da te prescelta e che più si addicono alle tue esigenze.
  • Dedica tempo alla ricerca dei materiali e allo studio.
  • Dai valore ai tuoi traguardi certificandoli. Questo sarà un toccasana per la motivazione!
  • Per perfezionare il livello di conoscenza linguistica recati nel Paese dove la lingua è parlata per periodi medio-lunghi.
  • Mettiti alla prova con i primi incarichi.
  • Specializzati in 2-3 ambiti anche in base alle lingue “maggiori” della tua combinazione.

 

 

Ti è piaciuto questo articolo? Potresti essere interessato anche a: 

Professione interprete: gli attrezzi del mestiere

Interpretazione consecutiva: i contesti in cui la usiamo 

Organizzazione di eventi internazionali: 10 pillole di sopravvivenza

oppure