Autore: Fulvio Novì
L’interprete di conferenza è spesso chiamato a lavorare in situazioni complesse, con tanta pressione mediatica e sotto la luce dei riflettori.
Sicuramente è questo il caso dell’interpretazione nel mondo del calcio, visto che si ha a che fare con grandi campioni, società famosissime ed eventi seguiti da milioni di persone in tutto il mondo.
Per capire di più sulle dinamiche di questo mondo dal punto di vista degli interpreti abbiamo deciso di intervistare Alessia Hughes Enriquez, interprete di conferenza con più di 100 giornate di interpretazione in ambito calcistico alle spalle. Buona lettura!
Com’è iniziata la tua carriera come interprete nel mondo del calcio?
Dopo aver scritto la tesi magistrale sull’interprete sportivo sono entrata in contatto con il coordinatore di un’agenzia specializzata nel calcio a cui serviva un madrelingua francese e così piano piano è iniziato ; prima con le traduzioni e poi con conferenze stampa (2017).
Quali sono le peculiarità di in un incarico in questo settore?
Se parliamo di incarichi presso le istituzioni, come FIFA, UEFA, ECA, non cambia molto dagli altri, si può’ parlare di finanza, di temi giuridici, di marketing, il calcio è un’industria a tutti gli effetti!
Per le conferenze stampa è un po’ diverso, è molto intenso ma nel complesso dura pochissimo, quindi ogni momento deve essere perfetto. Ci si deve anche abituare all’inizio a parlare nel microfono, alle luci e ai flash dei fotografi, a tutto l’aspetto di ripresa video diciamo, anche quando sono interviste a tu per tu, oltre che alla parte linguistica devi considerare il posizionamento per le TV ecc.
Come ti prepari ad un incarico?
Tanto studio… per le conferenze stampa se ci sono video online, ascolto i giocatori/allenatori, cerco gli ultimi risultati, come stanno andando in campionato e gare europee, per i giocatori le loro caratteristiche, background ecc.
Per i mondiali invece cerco di seguire le partite live se possibile.
Qual è stato l’incarico più ostico?
La conferenza stampa pre/post partita dell’allenatore del Celtic Glasgow (contro la Lazio l’anno scorso), sia per l’accento dei giornalisti che per quello dell’allenatore nord-irlandese, oltre al fatto che era un’incrociata per me EN<>IT quindi pressione doppia.
Qual è invece quello che ricordi con più piacere?
Napoli-PSG, era la mia prima partita di Champions league, l’atmosfera del San Paolo pieno da bordo campo è qualcosa di indescrivibile e poi ho potuto interpretare grandi giocatori e allenatori.
Come viene vista la figura dell’interprete nel mondo del calcio?
“Sei bravissima, ma lo fai di lavoro?” Forse perché sono una donna e sono giovane, ma spesso non viene vista come una figura del tutto professionale.
Sono più impressionati quando si lavora in cabina ma è difficile a volte far capire l’importanza di avere un professionista e non usare qualcuno dello staff/società che mastica la lingua richiesta solo per la conoscenza calcistica.
Per fortuna non sono tutti così e ci sono società che investono molto sugli interpreti.
Lavorare nel calcio ti porta sempre ad essere sotto ai riflettori, come gestisci l’eventuale pressione?
Per fortuna non si è sempre in prima linea, per i mondiali ad esempio facciamo tutto da remoto e a volte la pressione è comunque alta. Viene col tempo, imparare a nascondere un po’ l’ansia nella voce, guardare un punto fisso in platea, comunque un po’ d’ansia c’è sempre!
Lavorare per squadre così importanti a livello mondiale ha avuto qualche effetto sulla tua carriera?
Non proprio, cioè il fatto di lavorare con tante squadre mi ha permesso di ampliare il mio portfolio di clienti nell’ambito calcistico, è stata la FIFA a contattarmi direttamente per far parte del loro team di interpreti freelance, ma non ha avuto un impatto sul resto dei lavori.
Come vi siete adattati alla situazione particolare che stiamo vivendo? Si lavora da remoto o in presenza con distanziamento e mascherine?
Per il momento ho fatto un solo evento in presenza con distanziamento e mascherina. Da quello che so per la Champions League si faranno le conferenze stampa in presenza ove possibile. Si è andati avanti con conferenze ed eventi da remoto, molti eventi sono stati cancellati o posticipati.
Lavorare da remoto chiaramente presenta delle difficoltà tecniche legate alla qualità dell’audio che non è sempre ottimo. Insomma, ci sono stati tantissimi cambiamenti anche per chi lavora nel mondo del calcio.
Con quest’ultima domanda si conclude l’intervista, grazie mille Alessia per la tua disponibilità e per averci fatto scoprire più da vicino come funziona il mondo del calcio per gli interpreti, in bocca al lupo per i tuoi prossimi incarichi!
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