Autore: Claudia Vona

 

Nel mio articolo precedente “Professione interprete: gli attrezzi del mestiere” avevo individuato la voce come uno degli strumenti fondamentali per svolgere la nostra professione. La voce è uno strumento delicatissimo, da maneggiare con cura.

Facendo un accenno ai testi di Silvia Magnani, vi avevo promesso ulteriori aggiornamenti in merito; ecco perché ho deciso di chiedere qualche consiglio a chi di voce se ne intende davvero.

Ho rivolto qualche domanda – dalle più generali a quelle più specifiche, relative alla nostra professione – alla dottoressa Michela Capucetti logopedista iscritta all’Ordine dei TSRM PSTRP di Milano e membro della Federazione Logopedisti Italiani.

 

Perché è importante che un professionista utilizzi la voce in modo corretto?

Per un professionista che usa la voce come strumento principe del proprio lavoro è importante, anzi direi fondamentale, utilizzarla nel modo corretto affinché essa possa essere sempre affidabile mantenendosi eufonica nel tempo, ovvero possa costantemente risultare piacevole e funzionale e corrispondere sempre alla migliore emissione vocale che il professionista può ottenere in termini di efficacia ed efficienza nei diversi contesti lavorativi.

 

Quali sono i benefici del corretto utilizzo della voce e gli eventuali rischi causati da pratiche scorrette?

L’utilizzo corretto della voce consente di adattare la propria emissione vocale alle esigenze dettate dal contesto (rumore ambientale, numero di interlocutori, possibilità di utilizzare strumenti di amplificazione) senza affaticare gli organi fonatori che possono invece facilmente subire danni conseguentemente al persistere dell’utilizzo di pratiche vocali scorrette.

Il sovraccarico (surmenage) o il cattivo utilizzo (malmenage) della voce possono infatti nel tempo provocare una disfonia stabile che si manifesta con una grande affaticabilità nella produzione del suono vocale a causa di un eccessivo o di un ridotto lavoro della struttura laringea e possono anche avere come esito lesioni organiche come ad esempio noduli, polipi cordali, cisti, edemi e ulcere da contatto.

 

Come ci si rende conto di utilizzare la voce in modo scorretto?

Quando si utilizza la voce in modo scorretto si ha spesso l’impressione di dover effettuare uno sforzo eccessivo per ottenere l’emissione vocale e di non avere il pieno controllo della sua gestione.

Si può percepire un dolore durante l’eloquio, il suono e l’intensità della voce tendono a variare nel corso della giornata, la voce può venir meno nel mezzo di un discorso, si ha la sensazione di avere la gola secca e si può sentire la necessità di schiarirsi spesso la voce.

 

Voce, respirazione e postura sono strettamente legate fra loro?

Assolutamente sì.

L’emissione vocale, ovvero la trasformazione dell’aria espirata in energia acustica, è resa possibile grazie all’azione dell’apparato fonatorio in cui apparato respiratorio e apparato laringeo collaborano tra loro in maniera armonica con il supporto di un sistema scheletrico e posturale adeguatamente allineato.

Quando respiriamo, il muscolo diaframma si contrae e si abbassa rendendo possibile l’espansione della gabbia toracica che consente ai polmoni di incamerare aria (inspirazione) e successivamente risale per supportare la fuoriuscita dell’aria dai polmoni (espirazione) e favorire il suo passaggio attraverso la laringe con una forza sufficiente a mettere in vibrazione le corde vocali.

Affinché questo avvenga in maniera funzionale, occorre però che ci sia un sistema posturale verticale e allineato che favorisca il rifornimento aereo, permetta un’adeguata espansione del vocal tract e non inibisca l’esecuzione del corretto movimento laringeo.

 

Esistono delle buone pratiche per abituarsi a un corretto utilizzo della voce?

Sicuramente, alla luce di quanto appena detto, un buon punto di partenza verso un utilizzo corretto della voce è costituito dall’acquisizione di un adeguato controllo dell’attività della muscolatura respiratoria che può essere favorito da tecniche di rilassamento e da esercizi di respirazione.

Unitamente a questo, è di fondamentale importanza attenersi ad una serie di norme di igiene vocale come, ad esempio, assicurare un’adeguata idratazione alle corde vocali, respirare a bocca chiusa, rallentare il ritmo del proprio eloquio, evitare le forti risate, il raclage [necessità di raspare la gola nda] e la tosse stizzosa, non sottoporsi a bruschi cambiamenti di temperatura, curare il grado di umidità degli ambienti, evitare posture anomale del corpo e del collo, condurre una vita regolare, evitare il fumo e l’assunzione di alcool e moderare l’assunzione di caffeina.

 

A fronte di quanto hai detto, vorrei sottoporti alcune situazioni molto comuni nello scenario dell’interprete.

Inizierei dall’interpretazione simultanea.

Durante il lavoro in cabina, si tende a non avere una postura con il busto perfettamente in verticale, come lo si terrebbe durante una consecutiva; sia perché non si è direttamente di fronte a un pubblico, ma si è chiusi nel proprio microcosmo, sia perché tenere le mani sulle cuffie, le spalle alte e la testa bassa è un riflesso involontario che molti di noi adottano per concentrarsi.

Durante la simultanea è inoltre impossibile rallentare il ritmo dell’eloquio, in quanto – proprio per mantenere la contemporaneità tra traduzione e discorso dell’oratore – l’interprete deve parlare a una velocità sostenuta, andando di pari passo (o quasi) con l’originale.

 

Puoi darci qualche consiglio su come affrontare questa situazione, limitando i danni che potremmo arrecare al nostro apparato fonatorio?

Data l’impossibilità di rallentare il ritmo dell’eloquio, è importante che l’interprete possieda una buona gestione della coordinazione pneumofonica (coordinazione tra respirazione ed emissione vocale) che gli permetta di non ritrovarsi in fame d’aria.

È opportuno che l’interprete impari a riconoscere quando l’aria inspirata non è più sufficiente a supportare la propria emissione vocale e occorre effettuare una nuova inspirazione.

Inoltre, è necessario che l’interprete si ricordi di mantenere il più possibile allineato il proprio assetto posturale. Il mantenimento delle spalle rilassate e il collo non esteso ma allineato al busto lo aiuteranno a gestire meglio la coordinazione pneumofonica.

 

Parliamo invece dello chuchotage, o interpretazione sussurrata, durante il quale l’interprete deve utilizzare la voce in modo particolare: esiste una tecnica per sussurrare in maniera sana e naturale?

Evitare le prolungate emissioni sussurrate e bisbigliate è un’importante norma di igiene vocale che viene sempre raccomandata a coloro che desiderano utilizzare la voce in maniera corretta.

Tuttavia, nel caso specifico, il consiglio è quello di non bisbigliare ma di abbassare il volume della voce, consentendo comunque un adeguato movimento laringeo e una corretta vibrazione delle corde vocali.

 

Ci sono volte, però, in cui capita il contrario:

l’interprete non ha il microfono e deve parlare a voce alta per un gruppo più’ o meno numeroso di persone (penso ad esempio a un’interpretazione durante una visita guidata o una visita in azienda/cantiere dov’è probabile che ci siano anche dei forti rumori di sottofondo)

 

Quali sono le tecniche per ‘urlare’ in modo sano e naturale?

Partendo dal presupposto che sarebbe sempre meglio avere a disposizione gli strumenti di amplificazione più idonei ad ogni contesto, il consiglio è quello di sfruttare il più possibile la risonanza, evitando l’utilizzo di posture di compenso scorrette come l’estensione del capo e del collo, eliminando le contratture muscolari ed evitando gli attacchi duri all’inizio dell’emissione vocale, ovvero cercando di incominciare ogni frase con un’emissione vocale dolce, quasi aspirata.

 

Hai consigli generali da lasciarci?

Prima di ogni incarico ricordatevi di preparare adeguatamente il vostro apparato fonatorio.

È importante idratare le muscose bevendo almeno due litri di acqua al giorno e potete utilizzare una garza bagnata e strizzata da appoggiare al naso. Respirando attraverso di essa le particelle di vapore acqueo arriveranno alle vostre mucose interne.

Cercate di non indossare abiti troppo stretti che inibiscano il movimento della muscolatura respiratoria e cercate di evitare sbalzi di temperatura.  

 

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