
Uno degli aspetti forse meno conosciuti del mestiere di interprete o traduttore è quello delle pubbliche relazioni. Infatti, soprattutto se freelance, la nostra professione ci mette ogni giorno a contatto con clienti più o meno diretti e ognuno ha le sue peculiarità.
Nel corso della mia (breve) carriera ne ho incontrati di diversi tipi e mi sono divertita a inserirli in quattro grandi categorie.
Il Parsimonioso
«Buongiorno, potrei aver bisogno di un traduttore!».
Di norma, questo è il primo approccio del Parsimonioso. Segue una lunga lista di cose che questo fantomatico “traduttore” dovrebbe fare fino ad arrivare alla fatidica domanda conclusiva: «che compenso vorrebbe chiedere?». A quel punto, considerata la richiesta di disponibilità H24, gli spostamenti Milano-Canicattì, l’alloggio e chi più ne ha più ne metta, da buona calcolatrice umana l’interprete propone una cifra che ritiene adeguata.
«Ah. Ma certo. Vediamo…devo chiedere ai miei superiori e poi le faccio sapere!». E non si fece mai più risentire.
Lo Scaricabarile
Di solito si tratta di nuovi clienti. Sono quelli con cui si ha un bellissimo rapporto umano, ci si scrive spesso (mail chilometriche con dichiarazioni d’amore incondizionato), che esaudiscono ogni richiesta o comunque fanno il possibile per renderti un interprete felice e soddisfatto.
E poi ti dicono che non pagheranno la fattura prima della prossima eclissi totale di Luna. Come se non bastasse, mentre tutti si godono l’evento del secolo e tu sei china a controllare il conto in banca, scopri che non hanno pagato. Allora mandi una mail gentile ma perplessa sperando che rispondano. Cosa che non accade.
Quindi telefoni e ti senti rispondere: «Eh guardi, abbiamo avuto dei problemi che non dipendono assolutamente da noi!».
Il Silenzio degli Innocenti
Questo è un tipo di cliente indiretto a cui si arriva in gruppo, con un rappresentante dei diversi interpreti che tiene i contatti. In pratica non lo si sente mai, non si sa chi sia o dove sia, ma rimane uno spettro che aleggia per l’intera durata dell’incarico.
Grazie alla fattura si scopre finalmente con chi si ha a che fare, ma da quel momento tutto ripiomba nel mistero. Anche la scadenza del pagamento passa sotto silenzio, ma si fa finta di niente per qualche giorno perché ci sono state di mezzo le feste (chissà quali poi) e i weekend. Alla fine, dopo un paio di settimane, decidi di abbattere questo muro e di scrivere al “referente” che salva la situazione.
L’Illusionista
Nei casi più comuni l’Illusionista prende contatto lasciando un annuncio allettante su Facebook in modo da spingere l’ignaro interprete a chiedere maggiori informazioni. In questa fase viene in genere proposto un incarico di trattativa e ci si scambiano i contatti e-mail.
E da lì, la situazione precipita perché l’Illusionista inizia a tirare fuori l’impensabile dal cappello: così la breve trattativa di due giorni scarsi, si trasforma in una settimana serrata di corsi di formazione dalle 9 alle 18 minimo e per giunta in solitudine; e poi «Signorina, le avevo detto che deve partecipare anche alle cene aziendali?»; ovviamente bisogna andare a prendere i clienti in aeroporto in modo che non si sentano abbandonati (e riaccompagnarli); ma soprattutto «rimaniamo d’accordo per la stessa cifra che ci aveva proposto all’inizio, vero?».
Quelle sopra elencate sono le macrocategorie di clienti con cui gli interpreti devono spesso “scontrarsi”. Sia chiaro, siamo tutti umani e quindi è normale che ci siano dei piccoli intoppi in relazioni altrimenti idilliache. Eppure ognuno di noi ha in mente un Cliente con la C maiuscola.
Il mio Cliente è perfetto sotto tutti i punti di vista:
A livello umano è il massimo che si possa chiedere.
È sensibile alle necessità dell’interprete di cui ascolta anche i suggerimenti. In più, risponde sempre alle mail senza far passare due settimane in cui soffro perché non capisco cosa sia andato storto, ma non voglio nemmeno sollecitare più di tanto in modo da non risultare pesante.
Nel loro complesso, i contatti seguono sempre uno schema preciso e familiare. La cosa più importante è che l’incarico viene definito nero su bianco in ogni suo punto e non ci sono ripensamenti o aggiunte improbabili a metà dell’opera.
Il giorno dell’evento, il Cliente perfetto si premura di essere presente di persona o di designare un rappresentante a cui poter fare riferimento in caso di problemi, domande e perplessità. In mancanza di questa figura, rimarrà comunque raggiungibile telefonicamente in qualsiasi momento (anche e in particolare durante la pausa pranzo, perché è difficile fermare l’interpretazione solo per fare una telefonatina di chiarimento).
Questo Cliente ideale è anche preciso per definizione. Rispetta tutti gli accordi presi e manda i dati per la fatturazione in un bell’elenchino puntato via mail, da cui fare un rapido copia e incolla. Ma la cosa più importante è che quando dice che il pagamento arriverà a fine mese, tu puoi stare certa che sarà così e che potrai iniziare la giornata con una bella ventata di voglia di vivere invece che scrivendo una piccata mail di sollecito.
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