Autore: Giulia Arletti

 

Baby Boomer contro Generazione X. Millennials vs Generazione Z. A leggerli sembra quasi di vedere l’annuncio di uno duello tra boxeur o due eroi dei videogiochi, quando in realtà stiamo parlando di scontri generazionali a suon di abitudini, mode, tendenze, stili di vita e di pensiero.

Se i Baby Boomer sono figli del miracolo economico venuti al mondo tra il 1946 e il 1964, i rappresentanti della generazione X sono nati tra il 1965 e il 1979 e cresciuti nell’ombra dei loro predecessori, nel pieno periodo della guerra fredda.

Diversi invece sono i Millennials, i nativi digitali classe 1980-1996, coloro che sono letteralmente cresciuti insieme alla tecnologia e ai suoi sviluppi, ricordando però ancora bene quel passato dove non esisteva il telefono cellulare e internet andava a passo di lumaca. Chiude la fila la Generazione Z, i giovani 1997-2010, anche se forse, qui in Italia, si potrebbe far partire dai 2000 (dite la verità, quanti di voi stanno pensando ai vari meme sulle note di: Che ne sanno i 2000?). Loro sono i figli della tecnologia, il cui linguaggio è per loro innato, una giungla di like, cuoricini, challenge e streaming nella quale riescono a districarsi senza alcuna difficoltà.

 

GLI ANTEFATTI

Questa breve parentesi sulle varie generazioni in realtà è motivata. Nelle ultime settimane infatti, il web d’oltralpe e d’oltreoceano è in totale fibrillazione: la Gen Z ha iniziato a criticare i Millennials sulla piattaforma TikTok per alcune abitudini e caratteristiche che li contraddistinguono. Vi starete chiedendo quali siano questi “imperdonabili” faux-pas. 

A parte il loro viscerale amore per il mondo di Harry Potter (perché diciamocela tutta, alcuni di noi non hanno ancora perso la speranza e sono convinti che il gufo con la lettera per Hogwarts abbia solamente perso la strada), anche alcune scelte di moda e stile dei Millennials sono entrate nel mirino dei più giovani. In particolare? Skinny jeans e riga laterale nei capelli.

 

Procediamo però con ordine: secondo la Gen Z i loro “fratelli maggiori” dovrebbero smettere di indossare i jeans dal taglio skinny in favore di pantaloni dal taglio più morbido, che mascherano meglio le forme. Sicuramente questa generazione di ragazzini è da sempre immersa nelle battaglie per la body positivity e ha quindi più a cuore le tematiche dell’accettazione di sé, delle proprie curve e di ogni tipo di fisico. Un clima che sicuramente i Millennials non hanno respirato nella loro adolescenza e che, è innegabile, poco si sposa con la moda di indossare jeans che valorizzano davvero solo le taglie 38.

È altrettanto vero, però, che l’abito non fa il monaco, quindi non è ciò che si decide di indossare a definire chi siamo e le battaglie che decidiamo di sposare. In aggiunta, gli skinny jeans sono nati proprio in risposta, e forse addirittura in protesta, a quei pantaloni poco fascianti degli anni precedenti. Nessuno di noi ha dimenticato alcuni modelli che finivano fin sotto i talloni, con le bande sulle cuciture laterali di colore acceso e il marchio stampato a caratteri cubitali sul retro. Visti alcuni ritorni è legittimo chiedersi se ciò che la Gen Z percepisce come indumento innovativo lo sia poi davvero. Nonostante le innovazioni nei tagli e nei materiali, infatti, i pantaloni più morbidi riprendono dettagli di altri decenni, appartenenti proprio a quel passato che la Gen Z sembra voler cancellare appigliandosi a un paio di jeans.

 

TORNIAMO INDIETRO NEL TEMPO

Per cercare di capire meglio quale sia poi realmente questo passato, vogliamo proporvi una carrellata dei modelli di jeans più iconici che hanno plasmato e rivoluzionato i gusti a livello globale. Non si può parlare di denim senza nominare i famosissimi Levis’s 501, il modello per eccellenza. Il 501 fa riferimento al numero del lotto utilizzato a fine Ottocento per distinguerli dagli altri capi. Anche se forse non riuscite a collegare immediatamente il nome al modello, sicuramente li avete visti più volte. Sono infatti stati portati alla ribalta negli anni Cinquanta da molte star hollywoodiane, tra cui James Dean nel film Gioventù Bruciata (1955). Negli anni Settanta diventano un vero e proprio simbolo di ribellione. Per il primo modello femminile dobbiamo però aspettare fino al 1981.

 

Generazione Z vs millennialsJames Dean nel film Gioventù Bruciata (1955)

 

Rimanendo sempre all’interno degli anni Cinquanta, un altro modello icona di stile è quello indossato da Brigitte Bardot, caratterizzato da vita alta e taglio maschile, l’eleganza e la femminilità date invece dalla lunghezza a 3/4, a ricordare i pantaloni in stile Capri che mettono in risalto la caviglia scoperta. E che dire invece dei famigerati pantaloni a zampa d’elefante che hanno dominato la scena negli anni Settanta?

 

Generazione Z vs millennialsBrigitte Bardot mentre girava il film Femmina (1958)
Loomis Dean – The LIFE Picture Collection

 

Avviciniamoci però ai nostri giorni. Chiunque sia stato adolescente nei primi anni 2000 ricorderà benissimo l’avvento dei jeans a vita bassa, indossati con fare sbarazzino anche sui red carpet di vari eventi del 2003. Star come Britney Spears e Paris Hilton non potevano fare a meno di questo capo: che fossero larghi o attillatissimi poco importa, il must era abbinarli a micro-top o t-shirt colorate e corte, così da lasciare la pancia scoperta e l’ombelico (e talvolta anche il bordo delle mutandine) in bella mostra.

 

Generazione Z vs millennialsParis Hilton con un paio di jeans a vita bassa in occasione di una festa nel 2000
Foto di Sam Levi

 

Arriviamo ora finalmente al “pomo della discordia” di quest’ultima disputa generazionale: i famigerati, agognati e tanto odiati skinny jeans! Questi pantaloni aderentissimi, che fasciano i fianchi e le cosce, sottolineano in modo inequivocabile la silhouette e sono in tessuto stretch. Resi famosi da Kate Moss nel 2005, nel corso degli anni sono stati indossati da uomini e donne e, nonostante qualche calo negli anni, non sembrano volerne sapere di andare in pensione, anzi! A giudicare dalle ultime sfilate, sembra che torneranno di moda nella primavera/estate 2021. I giorni di permanenza dei skinny jeans sono tutt’altro che contati.

 

Generazione Z vs millennialsBlake Lively nei panni di Serena van der Woodsen in Gossip Girl

 

“Vanno, vengono, ritornano, a volte si fermano tanti giorni”. Così Fabrizio De André descrive poeticamente, nel 1990, le nuvole che attraversano il cielo, ma queste parole calzano a pennello anche in questo caso. La Moda è eterna, le mode invece vanno e vengono, inesorabilmente tornano, talvolta rimangono per una manciata di settimane, altre volte diventano indelebili negli occhi e nell’immaginario della gente. Ci sono tendenze che vorremmo non avessero mai visto la luce del giorno, altre invece che rimpiangiamo con grande nostalgia.

 

Quest’ultimo punto in particolare fa sorgere spontanea qualche domanda: Se andate a guardare nei vostri armadi, quali modelli di jeans ci trovate dentro? Quando pensate a un paio di jeans, quale taglio vi salta subito alla mente? O, per ampliare il discorso e tornare allo “scontro” sui social: riusciranno mai queste tendenze dettate dai rappresentanti “cool” delle generazioni più giovani a dettare legge e a influenzare le visioni indicate dalle passerelle? In altre parole, riusciranno a fermarsi qualche giorno o sono invece destinate a volare via al primo soffio di vento?

 

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