Autore: Fulvio Novì
In questo articolo, il primo di una serie che si occuperà di questo tema, andremo brevemente a descrivere cosa si intende per traduzione economico-finanziaria, quali conoscenze e competenze sono richieste a chi traduce in ambito finanziario e faremo delle parentesi sulle insidie che ci sono, sotto diversi aspetti. Buona lettura.
Traduzione finanziaria, cosa vuol dire?
Ogni volta che andate in banca e vedete dei dépliant o dei prospetti informativi su proposte di investimento starete probabilmente leggendo il frutto di una traduzione. Come comprensibile si tratta di materiale molto delicato, infatti se le informazioni riportate fossero inesatte o poco chiare, sareste voi i primi a farne le spese. È proprio qui che entra in gioco la figura traduttore.
Parlare di traduzione finanziaria, però, è fin troppo generico. Infatti l’economia e la finanza sono campi molto vasti e, di conseguenza, altrettanto ampio sarà il mondo delle traduzioni ad essi collegato.
Per esempio ci si può occupare di tradurre i bilanci di esercizio, ma limitatamente ad alcuni settori (i bilanci per le banche e le assicurazioni, infatti hanno alcune peculiarità specifiche), oppure si traducono comunicati stampa aziendali (e questo è un altro mondo a parte, che ha un suo gergo specifico).
C’è poi il mondo della borsa con tutto il suo gergo in costante mutamento, l’universo di tutti gli aspetti fiscali e tributari e, dulcis in fundo, tutto quello che riguarda l’economia “teorica” ovvero macroeconomia, microeconomia, politica monetaria e via dicendo. Insomma, un “mostro a mille teste” che, per essere domato, richiede grande competenza e costante aggiornamento, oltre a un occhio attento, visto che le insidie, per il traduttore, sono proprio dietro l’angolo.
Traduzione finanziaria, ecco le competenze e conoscenze necessarie
Cosa bisogna sapere per tradurre in ambito economico e finanziario? Ovviamente molto dipende dal settore specifico in cui si traduce, ma, in linea generale, un traduttore specializzato in ambito economico e finanziario deve avere delle solide conoscenze teoriche (deve sapere, ad esempio, cos’è un’impresa, cos’è il sistema economico e come funziona, cos’è il PIL, cosa si intende per mercati finanziari e via dicendo) che vanno sempre aggiornate e integrate.
L’economia è un aspetto fondamentale dell’esistenza, così, è impensabile che un traduttore (e ancor di più un interprete) specializzato in questo ambito non si informi sulla situazione economico-politica di un Paese in un dato momento. Per esempio, in questo periodo, è fondamentale seguire la Brexit e la cosiddetta manovra oltre a interessarsi di UE e della situazione economica dei vari Paesi in cui si parlano le proprie lingue di lavoro.
Traduzione finanziaria, affidarsi a traduttori specializzati fa la differenza
Il traduttore, ovviamente, ha nella conoscenza della lingua e della cultura di due o più Paesi il suo punto di forza. Quindi dovrà destreggiarsi non solo tra le giuste corrispondenze terminologiche tra la lingua di partenza e la lingua d’arrivo, ma dovrà conoscerne le sfumature e le differenze in termini culturali, anche nel caso in cui una delle due lingue si parli in più Paesi. Facciamo qualche esempio concreto.
In inglese, un termine in apparenza semplice come rate sarà tradotto in italiano sia con il termine tasso (per esempio interest rate verrà tradotto come tasso di interesse) sia con il termine aliquota se si parla di aspetti tributari. Si potrebbero fare moltissimi altri esempi, ma me ne viene in mente uno che può tranne in inganno soprattutto gli interpreti.
Sto parlando della sigla P&L abbreviazione di Profit and loss account. Ora, come vedete, se un interprete o un traduttore si vede davanti questa abbreviazione e non ha una buona base di terminologia economica, potrebbe trovarsi spiazzato. Se poi si analizza la versione estesa di questa espressione, un traduttore non specializzato potrebbe tradurre con l’espressione “conto profitti e perdite”, ma sarebbe una traduzione imprecisa.
Infatti, questa espressione ormai non si usa più e la traduzione corretta è conto economico. Anche in inglese, però, profit and loss account è poco usato, e il suo uso è limitato al Regno Unito, ma P&L è comunque presente nella lingua parlata ed è per questo motivo che ho specificato che questo è un tranello soprattutto per gli interpreti. Per indicare il concetto di conto economico, in inglese, adesso, si usa soprattutto income statement.
Questi erano solo alcuni esempi delle difficoltà insite nella traduzione economico-finanziaria, in realtà le insidie sono innumerevoli. Elencarle tutte però sarebbe difficile ed è per questo che abbiamo deciso di produrre una serie di articoli sul tema, come abbiamo già accennato all’inizio di questo post.
Negli altri articoli approfondiremo altri aspetti specifici della traduzione economico-finanziaria, cercando di illustrare di volta in volta i vari elementi a cui un traduttore (o un interprete) deve fare attenzione.
Per questa volta è tutto, noi vi aspettiamo alla prossima “puntata” per scoprire di più sul complicato universo che si crea quando i concetti di economia e finanza devono essere trasmessi da una lingua (e una cultura) a un’altra.
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