Autore: Federica Bonapace

 

Eccoci ancora qui con un nuovo articolo!

Prima di introdurvi all’argomento di questa settimana vorrei farvi un breve recap delle puntate precedenti

Il primo articolo con cui mi sono dovuta confrontare trattava dei superpoteri della simultanea. Abbiamo sviscerato questa particolare tecnica di lavoro in modo ironico ma anche in modo altamente tecnico (se non vi ricordate o è la prima volta che curiosate sul nostro sito, andate a vedere il mio articolo e quello scritto da Fulvio) e descritto come lavora il nostro cervello durante una simultanea.

Successivamente, vi ho raccontato un po’ di come si svolge il lavoro di un interprete durante le fiere, facendo un breve cenno ad una tecnica non meno difficile della simultanea.


Sto parlando dell’interpretazione consecutiva, definita anche come presa di note

Ne avete mai sentito parlare?
Credo che molti di voi la conoscano già ma per chi invece non avesse molta dimestichezza con questa particolare tecnica, cercherò di darvi qualche informazione utile a riguardo.

Si tratta di una tipologia di interpretazione che prevede tempi doppi o comunque più lunghi rispetto ad una interpretazione simultanea.
Infatti, se in quest’ultima la traduzione avviene (come dice il nome stesso) simultaneamente al discorso in lingua, nella consecutiva l’oratore parla con intervalli, si spera, di circa 5/10 minuti. Durante questo lasso di tempo, l’interprete prende degli appunti su un blocco per poi rendere la traduzione nella seconda lingua richiesta.

Chiaramente, la differenza principale tra le due tecniche sta proprio nel tempo disponibile per rendere e restituire interamente il discorso dell’oratore.
Certo è che un interprete, grazie alla consecutiva, avrà più possibilità di pensare alle soluzioni di traduzione migliori e rendere il discorso più fluido e corretto possibile rispetto alla resa di una simultanea, dove il tempo per poter riflettere sulla miglior scelta traduttiva è praticamente nullo.

Il punto però che vorrei sottolineare è: quali sono i contesti in cui è richiesto l’utilizzo della consecutiva?

Tenete presente che i fattori che incidono sulla scelta del tipo di interpretazione sono diversi.
Il tempo a disposizione, come vi dicevo, è sicuramente tra i principali. Successivamente, il numero di oratori coinvolti e il luogo in cui si svolge l’evento in questione.
Altri fattori non meno importanti sono il budget che il cliente ha disposizione e il numero di lingue richieste.

Se la simultanea è adatta per conferenze o convegni dove il pubblico si compone principalmente di persone parlanti lingue diverse, questo tipo di interpretariato viene preferito nel caso in cui ci si trovi con un pubblico omogeno; ideale quindi per riunioni o tavole rotonde.

Spesso vedrete l’interprete utilizzarla durante le presentazioni di libri o di prodotti oppure anche durante le interviste. Ma non solo: spesso questa tecnica è utilizzata nei tribunali o durante visite mediche con pazienti stranieri.

In queste occasioni la consecutiva è ideale perché permette di comunicare con il pubblico (o con il proprio cliente, paziente, ecc…) in modo diretto. Quest’ultimo infatti può vedere direttamente l’interprete senza, come accade per la simultanea, che ci sia un vetro di mezzo o una cabina a separarli.


Cosa serve all’interprete?

Generalmente, per questo tipo di tecnica, l’interprete ha bisogno di un appoggio per poter lavorare e soprattutto deve trovarsi vicino al proprio cliente/oratore.
A differenza della simultanea, non ha bisogno dell’ausilio di cuffie e non si svolge all’interno di una cabina.

Questa forma di traduzione, a volte, viene anche utilizzata per permettere al pubblico di ascoltare prima la versione in lingua originale.


In cosa consiste la consecutiva?

La cosa importante da tenere in considerazione è che la consecutiva è una tecnica un po’ complessa da capire.

Infatti, quello che i professori ci hanno sempre ripetuto durante le lezioni in Università (a volte fino alla nausea), è che non si lavora sulle singole parole ma sul loro significato.
L’errore che tutti noi abbiamo commesso agli inizi e durante gli anni di formazione, era il voler cercare di prendere e trascrivere il maggior numero di parole possibili durante un discorso tenuto da un oratore o da un professore, credendo di poter avere poi una interpretazione migliore.

Sono quasi sicura che molti di voi, probabilmente, penseranno che si tratti di una sorta di stenografia dove venivano utilizzati segni, simboli e abbreviazioni per poter trascrivere un intero discorso.
Invece no, sbagliato!
Il processo è completamente diverso.

Quello che ci hanno insegnato infatti è stato proprio quello di imparare a “catturare” i concetti e scrivere solo le note necessarie cercando di non farsi intrappolare dal testo o dal discorso.


Come sono fatti gli appunti?

Un’altra cosa che potrebbe colpire è l’ordine in cui questi appunti vengono inseriti in un foglio di presa note.
Lo schema è quello della diagonale, in modo che l’occhio dell’interprete riesca a visualizzare più facilmente e rapidamente i simboli annotati.
Ogni elemento del discorso occupa, solitamente, una posizione particolare nel foglio.

Quello che dovete sapere è che ogni interprete ha un proprio metodo per prendere degli appunti che gli permettano di ricostruire il discorso nella lingua richiesta.

A proposito… avete mai visto dal vivo come sono strutturate le note di un interprete? O avete mai visto qualche simbolo in particolare?
Se la vostra risposta è no, vi invito a seguire la nostra pagina Facebook e a dare un’occhiata a un nostro post risalente al 31 ottobre, lo trovate a questo link!
Alcuni dei miei colleghi hanno cercato di mettere a confronto i loro appunti durante una presa note. Come potrete immaginare, il risultato è completamente diverso per ognuno di loro!
Questo vuole dimostrare che si tratta di una tecnica soggettiva.

Le note sono un semplice supporto alla propria memoria.

Ognuno di noi ha sviluppato (e continua a sviluppare durante gli anni di lavoro e formazione) abbreviazioni o simboli completamente personali.
È praticamente impossibile poter capire gli appunti di un collega.

appunti federica
Un esempio dei miei appunti di consecutiva

I simboli che vengono utilizzati devono essere brevi e facili da rappresentare, altrimenti si spreca troppo tempo e viene meno il senso della presa di note.
Una volta che si conosce il proprio campo di lavoro o l’argomento che verrà trattato, si cercherà di stabilire dei simboli univoci che non portino nessuna confusione nella loro interpretazione.
C’è chi preferisce prendere dei simboli e si diverte con la fantasia oppure c’è chi preferisce utilizzare delle semplici abbreviazioni.
È un po’ complicato ma con molta pratica piano piano si riesce anche a sviluppare questa tecnica. Credetemi, è molto affascinante vedere come funziona la consecutiva.


Come si lavora con un interprete di consecutiva?

Prima di concludere l’articolo, vorrei però dare qualche suggerimento agli eventuali oratori che desiderano lavorare con un interprete consecutivo (e non solo). Tutti trarranno vantaggio da questi semplici accorgimenti.

In primis, affinché il vostro interprete possa prepararsi in modo ottimale, cercate sempre di fornirgli documenti o slide che possano aiutarlo con il glossario che dovrà preparare.
È importante che si crei anche una certa familiarità con l’argomento.
Cercate sempre di parlare o leggere dei discorsi con un pochino di enfasi; questo permette di facilitare l’ascolto sia dell’interprete che del cliente.
Cercate di sottolineare o leggere in modo chiaro i nomi o i numeri e spiegare in anticipo eventuali concetti /nomi specifici.


Tutto chiaro? Se doveste avere dei dubbi, in questo articolo trovate tutti gli strumenti per scegliere la tipologia di interpretazione più consona al vostro tipo di evento.

Mi raccomando, non perdetevi i nostri prossimi articoli sul mondo dell’interpretazione consecutiva!

 

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