Autore: Ilenia Montana

 

Eccoci qui!
Come promesso nel mio ultimo articolo “Bilinguismo e traduzione non sono strettamente collegati”, cercherò di approfondire ancora un po’ il tema del bilinguismo ma stavolta parlerò dei bambini, nello specifico del metodo di apprendimento delle lingue nei bambini bilingui.

Come è possibile che i bambini che crescono in una famiglia bilingue, appena iniziano a parlare, riescono a parlare e capire le due lingue se per noi adulti è così laborioso l’apprendimento linguistico?
Come devono comportarsi i genitori per riuscire nell’arduo compito di crescere un figlio bilingue? Pronti?

Il bilinguismo e l’apprendimento della lingua straniera

Ripartiamo dunque dalla definizione di bilinguismo: capacità di potersi esprimere in due lingue diverse.
Solitamente i bilingui riconoscono questo elemento come un plus; i genitori invece, specie all’inizio, non ne sono poi così convinti essendo in preda a incertezze su come intraprendere questo percorso linguistico e su che ripercussioni l’imparare più lingue contemporaneamente può avere sul bambino.

Non è mai troppo tardi né troppo presto per iniziare a imparare una lingua.
Quanto più piccolo è il bambino, tanto più è dotato di questa facilità linguistica (11 anni è la soglia di età). Difatti, secondo gli esperti, nei primi anni dell’infanzia i bambini sviluppano aree del cervello fondamentali per suddetto apprendimento. I bambini capiscono fin da subito tutto ciò che sentono anche se ancora non parlano, immagazzinano tutto e sembra che più parole ascoltino, prima iniziano a parlare.

I neonati e i bambini riescono a captare i suoni di tutte le lingue del mondo. Già nel ventre materno i bambini ascoltano la voce della mamma.
Appena nascono, riconoscono quindi il ritmo della lingua materna.

I vantaggi dell’apprendimento in tenera età

A cinque anni, essendosi già abituati al ritmo di una (o più lingue), i bambini perdono poco a poco la capacità di distinguere i vari fonemi delle varie lingue (motivo per cui gli adulti hanno più difficoltà ad imparare una nuova lingua: non distinguendo più bene i diversi fonemi fanno più fatica a riprodurli correttamente).

Un bambino più piccolo di cinque anni riesce a imparare una seconda lingua e parlarla alla stregua della propria lingua madre; se poi abbandonasse la seconda lingua per anni per poi riprenderla in età adulta sarà più facilitato grazie alle conoscenze già acquisite.

Le ricerche scientifiche sfatano il mito secondo cui i bambini bilingui inizierebbero a parlare più tardi o con qualche problema: i bambini bilingui imparano le due lingue nello stesso modo di un bambino che ne impara solo una; la differenza fondamentale, e non di poco conto, è che il bilingue deve imparare anche a distinguere tra le due lingue.

Come fanno i bambini ad apprendere due lingue in contemporanea?

E qui entra in gioco l’elemento chiave dell’apprendimento delle lingue nei bambini bilingui: separare una lingua dall’altra.
Vi sono due teorie in merito a come i bambini riescono a separare le due (e a volte più) lingue.

La prima sostiene che i bambini attraversano un’iniziale epoca di miscuglio nella quale uniscono le due lingue in un sistema unificato; la seconda invece che i bambini dividono nettamente le due lingue sin da quando iniziano a parlare. Ma abbiamo a che fare con bambini e psicolinguistica, pertanto non ci sono regole matematiche: tutto è relativo.

Generalmente, possiamo affermare che si verificano queste situazioni:

  1. I bambini mescolano le due lingue creandosene una tutta loro;
  2. I bambini mescolano le due lingue in tenera età ma poi piano piano riescono a dividerle;
  3. I bambini mescolano le due lingue per classificarle e dividerle.

I genitori devono tenere bene a mente quest’ultima frase e non devono spaventarsi di fronte all’apparente confusione linguistica.

Il bilinguismo è divisibile in tre fasi:

  1. Il bambino ha un sistema lessico che include parole di entrambe le lingue ed applica il principio “una parola- un concetto”
  2. Il bambino inizia a formare due lessici differenti ma applica le stesse regole grammaticali. In questa nella stessa frase vengono usate parole di entrambe le lingue.
  3. Il bambino è in grado di dividere sia il lessico che la grammatica.

 

L’importanza del contesto

Ma torniamo alla separazione delle lingue.
Affinché il bambino riesca a distinguere nettamente le due lingue, devono crearsi le condizioni per cui possa associare una lingua a una persona o una lingua a un contesto: ad esempio, la mamma con cui parlare inglese ed il papà con cui parlare spagnolo oppure in casa si parla in inglese e fuori casa si parla spagnolo (perché è la lingua del paese in cui si vive).

Capiamo quindi che il ruolo dei genitori è fondamentale sin da subito se seguono però regole “invisibili”: spetta a loro essere determinati, coerenti e risoluti nel parlare sempre e solo una lingua (se si sceglie il metodo “una lingua – una persona”, oppure ricordarsi “che lingua parlare dove” se si sceglie il metodo “una lingua – un contesto”). Difatti, se il genitore è costante e non è il primo a passare da una lingua all’altra perché stanco o soprappensiero, i risultati sono tangibili.

Imparare è anche un gioco!

I bambini apprendono più facilmente se le regole del gioco sono chiare e ben definite e, in modo spontaneo, utilizzeranno la lingua giusta. Spetta però ai genitori riportarli sulla retta via.

I bambini sono delle persone in potenza e come tali sono anch’essi pigri.
Un bambino che vive in Spagna e torna dall’asilo dopo aver parlato tutto il tempo spagnolo, avrà l’istinto naturale di rivolgersi alla mamma inglese in spagnolo appena la vede all’uscita da scuola. ll bambino è pigro ma furbo, e sa bene che la mamma infine lo spagnolo lo capisce.
La mamma dovrà usare quelle regole “invisibili” di cui parlavo poco fa: semplicemente fingendo di non capire e dicendo “cosa dici amore, non capisco?” il bambino ripeterà la stessa frase nella lingua “giusta”. È un modo per richiamarlo all’ordine senza che lui se ne accorga.

Non è semplice! Immaginiamoci un genitore che torna a casa la sera stremato da una giornata di lavoro. Però è il segreto del successo linguistico di ogni bambino bilingue per cui l’apprendimento linguistico deve comunque essere un gioco piacevole e non un’imposizione (nascerebbero così dei traumi e un rifiuto inconscio da adulto a parlare una determinata lingua).

Vi lascio con una piccola curiosità: sapevate che almeno la metà della popolazione del mondo è bilingue o plurilingue?
Una volta un amico bilingue mi disse: “Per me parlare una sola lingua sarebbe una cosa strana, un po’ come vedere con un solo occhio”. Per me, che da brava interprete amo le lingue in tutte le loro forme, è stato un piacere condividere con voi questo articolo.

Se vi è piaciuto, consultate anche gli articoli del nostro blog alla sezione “I nostri aneddoti”!  

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