Autore: Giulia Arletti
L’uomo è un animale sociale: così ci descriveva Aristotele nel IV secolo a.C. E proprio in virtù del nostro essere animali sociali, la comunicazione è uno dei bisogni umani elementari perché risponde alla nostra necessità di socializzare.
Per comunicare con il mondo esterno abbiamo due tipi di linguaggio a nostra disposizione: il linguaggio verbale e il linguaggio non verbale. Mentre il primo utilizza le parole, siano esse scritte o enunciate, il secondo comprende i gesti, le espressioni, l’uso dello spazio (tutti studiati dalla prossemica), il tono della voce, la postura, lo sguardo, le immagini, i suoni, i colori etc.
ELEMENTI DEL LINGUAGGIO
Per meglio comprendere come funziona la comunicazione è necessario conoscere i sei elementi del linguaggio teorizzati dal linguista Roman Jakobson, i quali sono:
- mittente: chi invia il messaggio;
- contesto: l’insieme delle condizioni in cui si svolge la comunicazione, la situazione che accomuna mittente e destinatario;
- messaggio: il contenuto della comunicazione, quello che viene espresso dal mittente e recepito dal destinatario;
- contatto o canale: l’apparato fisico di cui ci si avvale per stabilire e mantenere la comunicazione, come ad esempio il linguaggio orale e scritto, la vista, il telefono, la connessione internet etc.;
- codice: la forma assunta dal messaggio, che deve essere comprensibile sia per il mittente sia per il destinatario affinché possano comunicare. È proprio qui che entrano in gioco l’interprete e il traduttore: quando i due soggetti della comunicazione utilizzano due codici (in questo caso due lingue) diverse, è compito del professionista far sì che il messaggio venga tradotto correttamente così che possa essere compreso dal destinatario;
- destinatario: chi riceve il messaggio;
FUNZIONI DEL LINGUAGGIO
Jakobson fa un ulteriore passaggio e teorizza che è possibile raggruppare le varie funzioni della lingua in sei funzioni principali:
- funzione emotiva;
- funzione referenziale;
- funzione poetica;
- funzione fàtica;
- funzione metalinguistica;
- funzione conativa;
Ognuna di queste è strettamente correlata a uno dei fattori che abbiamo appena visto.
È necessario però premettere come sia quasi impossibile creare un atto linguistico che contenga solo una funzione, quindi la specificità di qualsiasi enunciato si riconosce nella funzione che prevale sulle altre. Proviamo ora a guardarle più nel dettaglio.
Funzione emotiva
È legata al mittente, di cui ne proietta il pensiero e l’atteggiamento rispetto a quanto sta dicendo. Molte volte questo viene espresso con interiezioni e punti esclamativi o, nel linguaggio parlato, con l’intonazione e la mimica.
Un altro esempio più “moderno” di elemento formale della funzione emotiva è rappresentato dalle emoji che mettiamo nelle nostre conversazioni. Provate a osservare queste quattro risposte allo stesso messaggio “Ritardo di 5 minuti”:
Mentre con la prima risposta lasciamo deliberatamente aperta l’interpretazione sul nostro pensiero, con le altre tre decidiamo invece di veicolare con maggiore chiarezza quale sia la nostra reazione emotiva alla notizia del ritardo.
Funzione referenziale
Detta anche funzione informativa, è legata al contesto.
Lo scopo principale dell’atto linguistico è quello di fornire informazioni su una determinata realtà al di fuori della lingua stessa. Il focus di questa funzione è la cosa o il fatto che sono oggetto del messaggio e il linguaggio viene utilizzato per informare oggettivamente, senza lasciar trasparire l’opinione del mittente (come accade invece nella funzione emotiva).
Alcuni esempi possono essere i testi tecnici e scientifici, le bibliografie, i libretti delle istruzioni, i foglietti illustrativi, i tabelloni con gli orari in stazione, i cartelli stradali, etc.
Quando un interprete o traduttore si trova ad avere a che fare con queste tipologie testuali, è necessario prestare molta attenzione alle scelte lessicali, per non rischiare di utilizzare termini e locuzioni che veicolino un’opinione o un’emozione totalmente estranei a questa categoria di atti comunicativi.
Se pensiamo invece a un oratore, l’accento e le scelte lessicali possono a loro volta fornirci informazioni che vanno al di là del messaggio.
L’utilizzo di determinato accento o dialetto può rivelare la provenienza geografica e, talvolta, l’estrazione sociale dell’oratore, mentre la scelta di un termine come antiemetico può far capire che il mittente ha fatto studi in ambito medico o farmacologico.
Funzione poetica
È legata al messaggio, di cui vengono valorizzati gli aspetti qualitativi e formali.
Non è importante cosa viene detto o scritto, ma come il messaggio viene realizzato e strutturato internamente.
Sono di fondamentale importanza la scelta delle parole, della struttura metrica, delle figure retoriche legate al senso e al suono (come assonanze e allitterazioni), l’uso di un linguaggio più o meno evocativo, e così via.
Pensiamo alle famose terzine dantesche, infiniti endecasillabi che si susseguono nel loro schema ABA BCB CDC DED…
Un altro esempio letterario particolare è rappresentato dalla prima poesia che il Topo pronuncia ad Alice nel famosissimo classico Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll:
Furia disse a un topino
Incontrato un mattino:
“Ti propongo un bel gioco:
Voglio fare un processo!
Tu sarai l’imputato,
Io farò l’avvocato.
Su, non perdere tempo,
Cominciamo da adesso.”
Gli rispose il sorcetto,
“qui con tutto il rispetto
Manca il giudice e la legittima corte.”
“Son io il giudice, caro,”
Disse Furia all’ignaro:
“Prima ascolto la causa.
Poi ti condanno a morte!”
(Traduzione di Masolino d’Amico)
Quella che a un primo impatto può sembrare una semplice filastrocca, assume tuttavia un significato più profondo nel momento in cui l’autore decide di disporre i versi sul foglio con un susseguirsi di curve a destra e a sinistra, a rappresentazione grafica della coda del Topo che sta pronunciando quelle parole.
Pagina di una versione manoscritta di Alice’s Adventures Under Ground, British Library
La funzione poetica non è limitata solo alla poesia, ma può rientrare in qualsiasi testo dove è preponderante la scelta stilistica, come nella pubblicità, dove immagini, suoni e frasi ad effetto la fanno da padrona, oppure anche nei discorsi e negli slogan politici (anche se, come scopriremo più avanti, queste tipologie testuali presentano anche una forte funzione conativa).
Funzione fàtica
È legata al canale con lo scopo di mantenere e sottolineare il contatto con il destinatario per richiamarne l’attenzione.
Un esempio è l’espressione “Pronto!” che utilizziamo quando rispondiamo a una telefonata. Con questa parola stiamo comunicando al destinatario che il canale prescelto funziona correttamente e che siamo pronti a ricevere il loro messaggio.
Un altro esempio, anche se meno palese, è quello dell’utilizzo di battute da parte di un oratore durante un discorso. Richiedendo il feedback del pubblico, che si può presentare o meno sotto forma di risata, l’oratore sta controllando il funzionamento del canale e il livello di attenzione del destinatario.
Per questo motivo è molto importante la strategia scelta da un interprete quando deve tradurre lo humour: a volte saltare di pari passo una battuta può creare problemi.
Funzione metalinguistica
È legata al codice ed è presente quando il messaggio contiene informazioni o spiegazioni sul codice stesso della comunicazione. In altre parole, il codice diventa l’oggetto del messaggio.
Tutti i libri o le lezioni di linguistica e di grammatica, i dizionari o i glossari hanno come funzione principale quella metalinguistica. Nel parlato, un esempio può essere la frase “Capisci cosa voglio dire?” usata da una mamma con il figlio piccolo: con quella domanda sta chiedendo se il codice utilizzato è comprensibile.
Funzione conativa
È legata al destinatario e ha l’obiettivo di convincere quest’ultimo di qualcosa o di portarlo a eseguire una determinata azione o a tenere un certo comportamento.
Il modo imperativo è l’esempio più lampante di questa funzione, che si può incontrare in ordini, preghiere, suppliche, leggi, comandi, divieti, appelli, discorsi politici, pubblicità e così via.
La pubblicità rappresenta un caso particolare, in quanto la funzione conativa è spesso sottintesa, nascosta dietro ad altre funzioni. Un bravo pubblicitario non ti dice esplicitamente di comprare quel paio di scarpe da ginnastica. No, un bravo pubblicitario ti farà sognare di poter fare cose impossibili come i protagonisti dello spot convincendoti che l’acquisto delle scarpe che stanno indossando sia il segreto del loro successo.
In conclusione
Come potete vedere, avere chiari in mente quali siano gli elementi della comunicazione e le funzioni che un atto linguistico assume ci può permettere di diventare comunicatori e traduttori o interpreti migliori.
Preparare o interpretare un discorso, scrivere o tradurre un testo o un sito internet non è più un atto lasciato al caso, ma diventa la consapevole implementazione di conoscenze e strategie per ottenere l’obiettivo prefissato.
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