Siete mai andati alla presentazione del libro di un autore straniero? Avete mai condiviso sui social network il famoso meme della “donna che sussurrava ai manzi”?
 
Se la risposta è sì, congratulazioni! Siete stati a contatto con lo chuchotage.
Ma cos’è esattamente?
 


Lo chuchotage è una tecnica di interpretazione, chiamata anche “interpretazione sussurrata”.

Torniamo per un momento alla protagonista del meme, Olga Fernando.
Se vi è mai capitato di vederla in azione anche solo di sfuggita, vi sarete resi conto che sta molto vicina all’ospite famoso e straniero di turno e che gli sussurra nell’orecchio. Ebbene, lo chuchotage è esattamente questo.
Anche se, va detto, lei è più fortunata di noi comuni mortali per motivi abbastanza ovvi.
 


Per essere più tecnici, “chuchotage” deriva dal francese chuchoter (sussurrare) ed è una variante della simultanea usata per un numero molto limitato di partecipanti a un evento, di norma uno o due
.

Il discorso dell’oratore è riportato a bassa voce soltanto agli interessati con un breve décalage (cioè il tempo che intercorre tra le parole dell’oratore e la traduzione dell’interprete). Questa tecnica non richiede strumentazioni particolari, ma in generale non si dovrebbe usare per lunghi periodi di tempo, perché a quel punto sarebbe meglio organizzare una vera e propria interpretazione simultanea con cabine serie, o almeno una bidule nel caso in cui si abbia a che fare con gruppi ristretti di persone.
 


Questa tecnica non è priva di aspetti negativi.

Ad esempio l’interprete può far fatica a sentire con chiarezza l’oratore perché non c’è nessun “filtro” tra la voce di chi parla e quella del professionista.
In sostanza si è costretti a parlare sopra all’oratore senza l’ausilio delle cuffie presenti di norma nelle cabine insonorizzate e che permettono la perfetta comprensione del discorso.
Con lo chuchotage c’è una maggiore sovrapposizione delle due voci che rischia da un lato di far perdere qualche parola del discorso, e dall’altro di minare leggermente il controllo dell’interpretazione.
 


L’interpretazione sussurrata viene spesso associata a un altro tipo di interpretazione, ovvero quella consecutiva.

Se vi è capitato di assistere (di nuovo) alla presentazione di un libro oppure di partecipare a una conferenza con pochi stranieri, avrete notato che quando è l’ospite internazionale a prendere la parola, l’interprete inizia a scrivere come un pazzo per poi ricostruire il discorso in un secondo momento.
Quella è proprio la consecutiva, di cui il blog di CIT ha parlato profusamente con una serie di articoli interessanti su pro e contro, come e quando si usa, sulla nascita dei simboli e sulle regole per usarli al meglio in modo da far fronte a tutte le insidie.
 
Comunque, in poche parole, consiste nell’annotare un discorso usando una tecnica particolare fatta di segni incomprensibili a tutti tranne che all’interprete stesso.
Il décalage è più lungo, poiché il professionista deve aspettare che l’oratore abbia finito di parlare prima di poter intervenire a sua volta e riportare, in modo più conciso ma completo, ciò che è stato detto.
 


Il motivo dietro tale alternanza è piuttosto semplice:

lo chuchotage viene fatto a beneficio di pochissime persone, ma il loro contributo deve essere reso fruibile al pubblico nel suo complesso e questo è possibile solo grazie alla consecutiva in mancanza di strumenti tecnici quali, ad esempio, le cabine.
 


Per ricapitolare:

  • lo chuchotage non è il fratello povero della simultanea
  • si usa perlopiù insieme alla consecutiva
  • è destinato a piccoli gruppi composti preferibilmente da una o due persone
  • visto il numero ristretto di ascoltatori, l’interprete dovrebbe stargli accanto (se uno) o appena dietro in mezzo (se due)
  • non dovrebbe durare più di due ore al massimo
  • è meglio mangiare una mentina prima di iniziare a sussurrare, non si sa mai